All'interno della Tenuta Abazia è
presente l'Eremo di San Girolamo, una costruzione di forma
ottagonale il cui impianto è databile tra il primo e secondo
decennio del 1800. Questo manufatto è stato
costruito in onore al Santo in quanto qualche storico sostiene che
nel corso della sua vita (tra il IV e V secolo d.c.) sia passato
nel Montello quando raggiunse le Gallie. Un'iscrizione lapidea
posta sopra l'architrave dell'ingresso spiega che la costruzione
era stata gravemente compromessa durante la Prima Guerra Mondiale e
ricostruita quasi completamente da un gruppo di artigiani volontari
di Nervesa nel 1922. Ricostruito con lo stesso
materiale, tra cui croda del Montello e mattoni in laterizio,
l'intervento massivo dei primi anni del Novecento è visibile da
diversi elementi, tra cui il riempimento delle fughe tra le pietre
con dei leganti cementizi e l'architrave della porta, realizzata
interamente in calcestruzzo. La copertura inoltre, fatta di piccoli
conci di pietra del Montello tenuti insieme da cemento, presenta
ancora all'interno della costruzione le tracce delle casseforme
utilizzate per la realizzazione della volta. Il progetto prevede il restauro
conservativo del manufatto e il suo consolidamento strutturale come
concordato con la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Venezia
in quanto tutto si è “secolarizzato” inclusa la ricostruzione poco
scientifica del 1922. Di seguito vengono riportati i
lavori eseguiti di maggior rilievo: - Lievo delle radici di piante
anche massicce che erano penetrate nelle murature nel corso degli
ultimi decenni fino a raggiungere le fondazioni - Sondaggi conoscitivi, che hanno
permesso di capire cosa effettivamente era
rimasto dell'impianto originario ottocentesco (fondazioni e
basamento delle murature) - consolidamento delle fondazioni
mediante dei cordoletti in cemento armato - consolidamento delle murature
con la tecnica del cuci/scuci con la stessa pietra - il consolidamento della
copertura mediante pannelli di FRP (materiale fibrorinforzato a
matrice polimerica), posa in opera di manto di copertura in coppi
così come era originariamente (veduta del Lasinio della metà
dell’ottocento) - all'interno la volta,
analogamente alle murature perimetrali, è stata trattata mediante
pulitura da licheni con leggera sabbiatura. - Il reintegro di materiale
mancante, sia nelle murature che nella
pavimentazione - La realizzazione di un nuovo
portone di accesso in legno pieno (rovere anticato), che ha
sostituito la cancellata in ferro prima presente, non originaria e
completamente degradata La presenza di grate permette il
ricircolo dell'aria e di mantenere l'umidità naturalmente presente
all'interno del manufatto. Verrà infine migliorata l’area
pertinente mediante formazione di drenaggi di convogliamento ed il
riporto di pietrisco con la stabilizzazione dello stesso per
formare un fondo durevole nel tempo. L'accesso all'Eremo è rimasto
esclusivamente a piedi.
Architetto Guizzo
Armando - Architettura e Paesaggio Via XXX Aprile n° 21 -
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